domenica 13 novembre 2011

ENERGIA ALTERNATIVA DALLE MAREE

 Lo sfruttamento delle maree nell'estuario del Tamigi e un sistema di protezione dalle inondazioni sono al centro di un grande progetto infrastrutturale ideato e proposto dal famoso architetto inglese Norman Foster per la ristrutturazione del sistema di trasporto aereo, ferroviario e marittimo dell'area di Londra.


Il progetto, dal costo di 50 miliardi di sterline (58 miliardi di euro) in 10-15 anni, comprende un aeroporto internazionale da 150 milioni di passeggeri all'anno, una stazione ferroviaria (sotto il terminal aereo) da 300.000 passeggeri al giorno collegata in alta velocità con Londra e le principali città della Gran Bretagna, un porto e un raccordo stradale. Inoltre è prevista una barriera lunga 5 chilometri e larga 500 metri che avrebbe il compito di controllare le piene del Tamigi e contemporaneamente ottimizzare la produzione di una centrale che produrrebbe elettricità sfruttando le correnti di marea dell'estuario. La centrale, del costo di 5 miliardi di sterline (5,8 miliardi di euro), sarebbe in grado di produrre energia sufficiente a soddisfare l'intera domanda elettrica di 76.000 famiglie. L'ottica del piano è quella dello sviluppo sostenibile: l'aeroporto e le infrastrutture sono pensati per decongestionare l'area urbana di Londra; il fabbisogno elettrico dell'aeroporto sarebbe interamente soddisfatto dall'elettricità generata dalle maree senza emissioni inquinanti. Infine, l'intero progetto sarà sviluppato all'interno di una strategia per minimizzare l'impatto ambientale. Il progetto è stato elaborato dallo studio Foster + Partners in collaborazione con lo studio Halcrow per le infrastrutture e lo studio Volterra Partners per gli aspetti economici. Secondo i progettisti, a fronte del costo di 50 miliardi di sterline, il progetto porterebbe benefici economici per circa 150 miliardi di sterline, con una ricaduta occupazionale valutata sull'ordine delle decine di migliaia di posti di lavoro. TM News
DA http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/news/articolo/lstp/429393/

AZIENDE DELLA GREEN ECONOMY

Ecco la classifica di NEWSWEEK delle 500 aziende mondiali più attente all'ecologia.
La classifica (di cui http://ecologia-natura.blogspot.com/ pubblica le prime 10 posizioni) è stata stilata in base a degli indicatori molto precisi.
NEWSWEEK ha preso in esame le emissioni complessive di CO2, l’utilizzo dell’acqua, i programmi e le iniziative intraprese dall’azienda per la sostenibilità ambientale, la trasparenza dell’azienda nei propri bilanci verso gli aspetti ambientali.




1 Munich Re                   Germany                        Financials 

2 IBM                           United States                      Information Technology & Services 

3 National Australia Bank     Australia                              Financials 

4 Bradesco                            Brazil                               Financials 

5 ANZ Banking Group         Australia                              Financials 

6 BT Group                  United Kingdom                     Telecommunications 

7 Tata Consultancy Services   India                        Information Technology & Services 

8 Infosys                                India                          Information Technology & Services 

9 Philips                         Netherlands                                 Capital Goods 

10 Swisscom                  Switzerland                           Telecommunications

Le imprese italiane non escono male da questa classifica: al 23mo posto troviamo Telecom Italia, al 29mo posto la Fiat (!), al 30mo Unicredit group, al 57mo Intesa, al 69mo posto le Generali.

Anche se rimane il dubbio di come si possa accomunare in una stessa classifica ambientale aziende meccaniche come la FIAT e finanziarie come UNICREDIT che per loro stessa natura hanno meno problemi ambientali.

Bisogna ancora notare come due aziende Australiane siano nei primi 5 posti al mondo di questa classifica, fatto che dimostra come l'Australia conservi un'anima attenta all'ecologia e alla natura.

Potete trovare la classifica ufficiale di NEWSWEEK seguendo questo link http://www.thedailybeast.com/newsweek/features/green-rankings/2011/international.html

GREEN ECONOMY ITALIANA

Secondo un rapporto della IR Top, società italiana specializzata nella consulenza in Investor Relations e Comunicazione Finanziaria, le imprese di green economy italiane crescono di più delle concorrenti europee sia come fatturato che come utili.

Lo studio ha preso in esame 13 società italiane che si occupano di ecologia e ha registrato un aumento del +35% dei ricavi nel 2010 rispetto a una media europea del +25.

Lo sviluppo del settore green è stato incentivato negli ultimi anni dal settore finanziario attraverso il crescente interesse di fondi di investimento verso aziende con impronta ecologica.

Le società italiane incluse nel campione sono: Alerion Clean Power, Biancamano, Eems, ErgyCapital, Falck Renwables, Fintel, Greenvision Ambiente, K.R. Energy, Kerself, Kinexia, Pramac, Sadi Servizi Industriali e Terni Energia.

La notizie è sicuramente positiva, ma non ci si può non chiedere quanto inciderà la riduzione degli incentivi difotovoltaico fonti rinnovabili su questi dati sorprendenti.

Lo sviluppo di un economia verde che tenga in considerazione l’ecologia e il rispetto della natura è sicuramente un asset strategico per l’economia del futuro, speriamo che anche i nostri politici se ne rendano conto.

RISPETTO DEL TERRITORIO

Siamo nuovamente a fare il bilancio purtroppo tragico di un'alluvione. Dopo la Toscana e le Cinque Terre, anche Genova è stata colpita al cuore.
Negli ultimi cinquant'anni l'uomo si era convinto, almeno nel mondo occidentale, di essere capace di controllare lanatura. Invece la natura ci riporta tragicamente alla realtà, i fenomeni naturali non sono controllabili.



I cambiamenti climatici ormai sono una realtà, non più solo una minaccia degli ecologisti. Ma il nostro sistema organizzativo per affrontare questi cambiamenti climatici non è efficiente.

I fenomeni metereologici degli ultimi giorni sono sicuramente di forte entità, anche influenzati dai cambiamenti climatici mondiali, ma la loro forza distruttiva è stata accentuata dall'antropizzazione del paesaggio, dallo scarso senso dell'ecologia e dello scarso rispetto della natura in senso lato.
Ma cosa c'entra con l'ecologia con le alluvioni? C'entra e molto:

- In primo luogo il rispetto della natura passa per la pulizia degli  alvei dei fiumi dai tronchi e dai resti delle alluvioni precedenti che intasano i passaggi sotto i ponti. Questo non vuol dire libertà di scavare gli alvei dei fiumi ma una corretta e periodica manutenzione dei corsi d'acqua.



-Il consumo del suolo che viene "rubato" alla natura con la costruzione di capannoni, parcheggi, palazzi e case pregiudica il naturale sviluppo del territorio creando punti critici ad esempio per la gestione dei corsi d'acqua che diventano pericolosi in caso di forti piogge.



Se poi i tombini, che servono come valvola di sfogo per l'acqua altrimenti rinchiusa dal cemento, non vengono puliti regolarmente come si vede dalla foto allegata le conseguenze possono essere molto serie. Perché anche nei piccoli comuni non si puliscono regolarmente le vie d'acqua nei giorni che precedono le grandi piogge in autunno e in primavera?


- Il rimboschimento non controllato e la sbagliata gestione dei boschi ha poi una grande responsabilità nelle frane. Il terreno non è più trattenuto dalle radici degli alberi che scendono in profondità.
Gli incendi bruciano i boschi, gli alberi nascono troppo vicini e crescono per questo motivo troppo piccoli per trattenere le frane.
In questo caso  l'utilizzo delle biomasse per il riscaldamento delle abitazioni può aiutare a gestire i boschi e la legna. Può essere un incentivo per la gente ad avere cura dei boschi come già succede ad esempio in Trentino. A patto però che la legge non sia cieca e permetta alle persone di abbattere gli alberi che non servono mantenendo quelli che invece crescono robusti. Insomma una gestione oculata del territorio e dell'ambiente.
L'ecologia e l'ambientalismo non possono essere contro l'abbattimento degli alberi a prescindere. Se questo è fatto in modo programmato e rispettoso dei cicli della natura. Certo bisogna prevenire e combattere il disboscamento, ma anche una crescita non gestita può avere conseguenze molto gravi per le frane e le alluvioni.

- Per ultimo ho lasciato il problema dell'abusivismo non perché sia meno importante ma perché è sicuramente quello più conosciuto che deve essere combattuto in ogni modo.

Insomma l'uomo NON può controllare la natura, i cambiamenti climatici non sono solo più allarmi degli ecologisti ma hanno intensificato i fenomeni atmosferici.
Dobbiamo essere PIU' attenti e organizzati che in passato a gestire l'ambiente.
  L'ecologia è una necessità.