Siamo nuovamente a fare il bilancio purtroppo tragico di un'alluvione. Dopo la Toscana e le Cinque Terre, anche Genova è stata colpita al cuore.
Negli ultimi cinquant'anni l'uomo si era convinto, almeno nel mondo occidentale, di essere capace di controllare lanatura. Invece la natura ci riporta tragicamente alla realtà, i fenomeni naturali non sono controllabili.
I cambiamenti climatici ormai sono una realtà, non più solo una minaccia degli ecologisti. Ma il nostro sistema organizzativo per affrontare questi cambiamenti climatici non è efficiente.
I fenomeni metereologici degli ultimi giorni sono sicuramente di forte entità, anche influenzati dai cambiamenti climatici mondiali, ma la loro forza distruttiva è stata accentuata dall'antropizzazione del paesaggio, dallo scarso senso dell'ecologia e dello scarso rispetto della natura in senso lato.
Ma cosa c'entra con l'ecologia con le alluvioni? C'entra e molto:
- In primo luogo il rispetto della natura passa per la pulizia degli alvei dei fiumi dai tronchi e dai resti delle alluvioni precedenti che intasano i passaggi sotto i ponti. Questo non vuol dire libertà di scavare gli alvei dei fiumi ma una corretta e periodica manutenzione dei corsi d'acqua.
-Il consumo del suolo che viene "rubato" alla natura con la costruzione di capannoni, parcheggi, palazzi e case pregiudica il naturale sviluppo del territorio creando punti critici ad esempio per la gestione dei corsi d'acqua che diventano pericolosi in caso di forti piogge.
Se poi i tombini, che servono come valvola di sfogo per l'acqua altrimenti rinchiusa dal cemento, non vengono puliti regolarmente come si vede dalla foto allegata le conseguenze possono essere molto serie. Perché anche nei piccoli comuni non si puliscono regolarmente le vie d'acqua nei giorni che precedono le grandi piogge in autunno e in primavera?
- Il rimboschimento non controllato e la sbagliata gestione dei boschi ha poi una grande responsabilità nelle frane. Il terreno non è più trattenuto dalle radici degli alberi che scendono in profondità.
Gli incendi bruciano i boschi, gli alberi nascono troppo vicini e crescono per questo motivo troppo piccoli per trattenere le frane.
In questo caso l'utilizzo delle biomasse per il riscaldamento delle abitazioni può aiutare a gestire i boschi e la legna. Può essere un incentivo per la gente ad avere cura dei boschi come già succede ad esempio in Trentino. A patto però che la legge non sia cieca e permetta alle persone di abbattere gli alberi che non servono mantenendo quelli che invece crescono robusti. Insomma una gestione oculata del territorio e dell'ambiente.
L'ecologia e l'ambientalismo non possono essere contro l'abbattimento degli alberi a prescindere. Se questo è fatto in modo programmato e rispettoso dei cicli della natura. Certo bisogna prevenire e combattere il disboscamento, ma anche una crescita non gestita può avere conseguenze molto gravi per le frane e le alluvioni.
- Per ultimo ho lasciato il problema dell'abusivismo non perché sia meno importante ma perché è sicuramente quello più conosciuto che deve essere combattuto in ogni modo.
Insomma l'uomo NON può controllare la natura, i cambiamenti climatici non sono solo più allarmi degli ecologisti ma hanno intensificato i fenomeni atmosferici.
Dobbiamo essere PIU' attenti e organizzati che in passato a gestire l'ambiente.
L'ecologia è una necessità.
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